Photo©Salvatore
Torregrossa
Giorgio
Calcaterra, “El Taxista de la Marathon”, si conferma il Re dell’Etna. Dopo
l’impresa del 2007, l’atleta del Running Club Futura Roma ha bissato il trionfo
in questa 5ª SuperMaratona dell’Etna “da zero a tremila”, ritoccando
ulteriormente il primato di 4 minuti e 18 secondi, da 3h48’02 a un tempo
stupefacente di 3h43’44”. Mario Fattore, lo specialista della 100
chilometri, quando vinse nel 2006 con il record da lui fissato a 3h59’04” - fu
il primo a scendere sotto le quattro ore - aveva previsto per questa prova un
tetto massimo raggiungibile di 3h45’, quasi un limite estremo su un percorso di
km. 43,400 che è da leggenda.
Basti pensare che
negli ultimi 9,9 chilometri si affronta una salita con un dislivello di 1.200
metri: da Piano Provenzana (km. 33,500) 1800 metri s.l.m sino all’arrivo a quota
3000. Questo tratto sterrato con fondo lavico è stato percorso da Calcaterra
in 1h11’37”, gli ultimi 300 metri salendo un passo dopo l’altro. La prova del
36enne tassista romano entra a pieno titolo nel “Guinness Book of Records”, come
la corsa podistica con il più alto dislivello al mondo su unico tracciato mai
realizzata. La regina è la lecchese Monica Casiraghi che ha raddoppiato
anche lei il successo dello scorso anno con un "fantascientifico" tempo di
4h39’18”, limando il suo precedente di 6 minuti esatti (4h45’18”), decima
assoluta all’arrivo.
L’evento “no limits”
si può dire sia stato da sempre nella mente vulcanica - è proprio il caso di
dirlo - di Mariano Malfitana, presidente dell’U.S. Mario Tosi di
Tarvisio, maestro di sci di Linguaglossa trapiantato da anni in Friuli Venezia
Giulia, a pochi chilometri dalla frontiera austriaca, che ha trascinato in
quest’avventura, iniziata nel 2004, il tarvisiano Enzo Bertolissi. Allora
furono appena tre gli atleti che presero il via dalla spiaggia di Marina di
Cottone in territorio di Fiumefreddo di Sicilia, per salire dal mar Ionio sino
al cratere Nord Est dell’Etna a 3.000 metri di quota, attraversando i centri di
Fiumefreddo, Piedimonte e Linguaglossa. Adesso - alla quinta edizione - ne sono
partiti 106 dall’arenile e ben 86 eroici atleti hanno tagliato il sospirato
traguardo sotto le bocche del vulcano.
In una giornata
calda Giorgio Calcaterra parte subito in quarta, quasi dimentica di aver
vinto per la terza volta di fila la 100 km. del Passatore appena quattordici
giorni fa con il personale di 6h37’43”. In sua compagnia il giovane Dario
Barbera di Taormina che tiene questo ritmo (km. 10 in 41’40”) sino al
traguardo volante di Linguaglossa (km. 14) in via Roma, assiepato da una gran
folla, dove si ritira. Lorenzo Trincheri, già secondo nel 2007, affianca
il romano al 17° km., ma ai 1.425 metri del Rifugio Ragabo (km. 28) i due
transitano di nuovo staccati uno dall’altro, 2h04’27” per Calcaterra e
2h04’36” per l’avversario. Trincheri accusa vertigini dovute all’altezza
e perde ulteriore terreno. Siamo a Piano Provenzana, dove si lascia la strada
asfaltata: 2h31’57” (quasi due minuti in più rispetto al 2007) il passaggio del
centochilometrista con 160 maratone all’attivo (un totale di 31 nel 2004),
personale di 2h13’15” nel 2000; 2h32’29” per il dolcedese.
Nel finale
Calcaterra entra nel mito con una salita da girone dantesco. A questo
proposito, facciamo parlare le foto di Salvatore Torregrossa. Come detto,
il tassista volante trionfa, quasi stremato, e Trincheri conferma il
secondo posto con 3h58’15”, contro 3h50’35” del 2007. Completa il podio
Gianluigi Martinelli in 4h04’24”, un’emozione infinita per lui al suo primo
viaggio in Sicilia. Più di otto minuti passano per vedere il quarto arrivato, il
niscemese Roberto Bellanca (4h13’04”), e poi si susseguono l’abruzzese
Mario Fattore (4h16’18”), Andrea Bernabei dell’Atletica Imola
(4h22’03”), il friulano Ivan Cudin (4h25’25”). All’ottavo posto un
campione di casa nostra, Sebastiano Melita di Fiumefreddo, 39 anni, in
gara con l’Indomita di Torregrotta, 4h31’49” il suo tempo con gli ultimi tredici
chilometri in preda a crampi continui, un vero calvario il suo. Sebastiano, il
mai abbastanza lodato atleta, non è nuovo a imprese simili, terzo nel 2005 in
4h36’40” e capace di correre la maratona di New York nel 1999 in 2.33’50”,
classificandosi 63° in assoluto.
Poca storia nella
gara femminile dominata da Monica Casiraghi. La campionessa mondiale dei
100 km. a Taiwan nel 2003, nel 2007 ha concluso la 24 ore di Montecarlo coprendo
km. 221,940 che rappresentano il nuovo primato italiano assoluto. La bravissima
catanese Fernanda Mirone, allenata da Saretto Verona, alla sua
prima esperienza ha chiuso in 5h37’06”, terza - come nel 2007 - Manuela Maria
Di Stefano della Pol. Tremestieri Etneo in 5h51’30”, che dedicherà
sicuramente questa sua affermazione alla memoria di Salvatore Rando, il
suo scopritore, scomparso lo scorso febbraio.
Molti concorrenti
esausti avranno compreso alla fine della gara la “sindrome di Empedocle”, ovvero
il mistero e nel contempo il fascino che sono racchiusi nell’attività dei
crateri terminali dell’Etna ai confini dell’abisso. I lunghi condotti naturali
che partono dal centro della Terra indicano come l’Uomo non sia il dominatore
della natura ma solo un ospite.
Michelangelo
Granata |